IL FIUME NERA
Il Nera nasce nel grande anfiteatro morenico racchiuso tra il Monte Cornaccione, il Bove sud e Cima Vallinfante nel Parco Nazionale dei Sibillini nei pressi di Castel Sant’Angelo sul Nera dove da due fori a forma di narici, sgorgano le prime fresche acque del fiume.
Il suo nome deriva probabilmente dalle sorgenti solfuree di Triponzo, dato che i Sabini che popolavano la valle chiamavano “ NAR “ lo zolfo oppure dalla radice gre
ca dove NAR significa “forte, impetuoso”. Il Nera ha rivestito un ruolo di primaria importanza per il territorio sin dalla preistoria favorendo lo sviluppo di insediamenti umani.
Nel suo corso dalla sorgente al Tevere interessa i territori di tre regioni (Marche, Umbria ,Lazio ) e Quattro provincie MACERATA, PERUGIA ,TERNI, VITERBO.
Per circa metà del percorso, scorre in questa valle recondita dell’Umbria meridionale, prima di entrare nella conca ternana .
Il fiume Nera ha una lunghezza di 116 Km. con un bacino di 4280 Km² e si snoda lungo l’Appennino Umbro – Marchigiano da Visso verso sud ovest fino a Terni poi continuando la sua corsa attraversa il Comune di Narni fino a confluire da sinistra nel Tevere a valle di Orte ( VT). I suoi affluenti principali da sinestra sono: il Campiano presso Ponte di Chiussita, il Corno a Triponzo, il Tissino a Borgo Cerreto, le sorgenti di Valcasana a Scheggino, il Velino alla cascata delle Marmore, l’Aia a Narni.
Da destra: L’Ussita a Visso, il Vigi a Borgo Cerreto, il Serra a Terni.
L’affuente più importante e che ha una maggiore costante di portata è il Velino con una lunghezza di 90 Km. e un bacino di 2238 Km², nasce nel monte Pozzoni nell’appennino Umbro marchigiano e confluisce da sinistra nel Nera dopo aver attraversato tutta la pianura Reatina, si espande nella depressione del lago di Piediluco quindi precipita nel Nera con un salto di 165 m. formando la celebre cascata delle Marmore.
L’ambiente in cui scorre il Nera è angusto e selvaggio e nei tratti più spettacolari è incassato tra imponenti pareti rocciose modellate nel tempo dall’impeto dell’acqua, in altri tratti attraversa gallerie naturali di rigogliosa vegetazione per poi rallentare bruscamente dove i profili si addolciscono e le valli si aprono come a Borgo Cerreto e Ferentillo.
Le sue acque ricche di ossigeno sono pure fresche e limpide per la presenza anche di numerose sorgenti Carsiche naturali che creano un ambiente adatto alla presenza di una fauna ittica pregiata costituita dalla Trota Fario e Gamberi di fiume. Queste acque inoltre vengono sfruttate per l’allevamento della trota, per attività sportive come il rafting e la canoa, la pesca e soprattutto la produzione di energia idroelettrica.
Parallela al fiume scorre la strada statale 209 unica via di comunicazione per raggiungere i numerosi borghi presenti su questo territorio.

CASTELSANTANGELO SUL NERA (MC)
Centro agricolo e di soggiorno posto a 725 m. in una zona boschiva sul versante occidentale dei Monti Sibillini. Sorge nei pressi delle sorgenti del fiume Nera.
Ha ancora un aspetto medioevale e conserva ancora parte della cinta muraria risalente al XV secolo e chiese pregevoli: la parrocchiale di Santo Stefano con un portale romanico e fonte battesimale in pietra XIV secolo, la chiesa di San Martino in stile romanico e campanile con due bifore. Castelsantangelo è stato costituito comune nel 1913.
Vi si producono patate, frumento e foraggi ; ed è sviluppato l’allevamento ovino e delle trote.

VISSO (MC)
Sorge alla confluenza di tre corsi d’acqua: il Nera, L’ussita e il Valloppa in una conca pianeggiante a 607 m.
Con la proclamazione del regno d’Italia, nel 1860 Visso dall’Umbria venne accorpata alle Marche fino al 1927, quando per due anni tornò città Umbra ; dal 1929 rifà parte delle Marche.
Nel territorio del comune si svolgono attività silvo-pastorali e agricoltura. E’ molto sviluppata la villeggiatura estiva. Nella cittadina sono presenti ruderi e reperti di epoca romana. Nell’alto medioevo passò sotto il ducato Longobardo di Spoleto, e per la sua posizione geografica fù un ‘importante centro commerciale. Importante è il monumento storico del Palazzo dei Priori, sede del comune e dell’ente parco dei monti Sibillini.

FEMATRE è una delle dodici frazioni del comune di Visso, è posta a 928 m. e si estende su un pianoro tra il monte Fema e il monte Civitella in un paesaggio agreste caretterizzato da campi coltivati suddivisi con particolari recinzioni. All’inizio del borgo si erge la Pieve del 1135, sorta in stile romanico modificata poi nel XIV secolo mantenendo inalterata la struttura originaria. Attorno ad essa ci sono i castelli di Croce, Fematre, Orvano e Riofreddo che formarono un’unica comunità.

PRECI (PG)
Villaggio medioevale posto a 596 m. sull’alto di un colle, sulla sinistra del torrente Campiano (affluente del Nera ) , nel punto di confluenza della valle Castoriana, della valle Oblita e della valle del Campiano. Preci ha l’aspetto tipico montano del borgo di montagna e si sviluppa all’interno delle mura di un castello della seconda metà del XIII secolo regalandoci una visione molto compatta della miscela medieval – rinascimentale. Preci e un piccolo paese conosciuto anche al di fuori dell’Umbria , la sua notorietà è dovuta al trasferimento della pratica medico – chirurgica svolta fino ad allora nell’abazia di S.Eustizio, dove già nel X secolo, i monaci praticavano il culto della medicina e della chirurgia. Nel 1215 per una delibera del concilio Lateranense i monaci furono costretti ad abbandonare L’abazia, e fu così che i Benedettini insegnarono agli abitanti di Preci il Mestiere. In pochi anni i Preciani lo apperesero perfettamente migliorandone anche le tecniche e per diverse dinastie oltre ai ferri chirurgici si tramandarono anche le conoscenze e le esperienze legate alla chirurgia. Dal XVI secolo la loro conoscenza si diffuse oltre i confini italiani, specialmente per la parte oculistica e della litomia ( estrazione di calcoli) . Da preci quell’arte si diffuse ai centri vicini come Cerreto, Cascia e Norcia. Nel palazzo comunale di Preci sono tuttora conservati ed è possibile vederli i ferri usati dagli antichi chirurghi. Nella piazza principale è stata edificata nel XIII secolo dai monaci di S. Eustizio la Pieve di Santa Maria, con l’elegante portale del quattrocento. Interessante anche il patriminio artistico dei piccoli centri. Le frazioni del terrotorio sono: Belforte, Collazzoni, Piedivalle, Roccanolfi, Todiano e Abeto. Il territorio comunale comprende boschi estesi co notevole produzione di Tartufi e funghi; ricchi sono anche i pascoli che favoriscono l’allevamento ovino. La risorsa maggiore comunque è il turismo, inoltre ci sono anche attività artigianali falegnamerie, alimentari caseifici e molini.

NORCIA (PG)
Norcia posta a 604 m. tra i fiumi Sordo e Torbidone all’interno del parco dei monti Sibillini, è un piccolo comune in mezzo al verde delle ampie vallate a ridosso con le alte cime dei Sibillini e per questo e per il clima mite è meta del turismo in tutte le stagioni. Il nucleo medioevale della città un tempo importante è racchiuso nella cerchia di mura trecentesche ancora intatte con vie larghe e costruzioni basse rafforzate da scarpate antisismiche.
Grazie ad un un attento restauro, la città si presenta nella sua struttura originale con la sua splendita architettura medioevale e signorile.
Norcia è la terra natale di un grandissimo personaggio religioso: San Benedetto, il primo monaco cristiano fondatore del monachesimo occidentale dell’ordine dei Benedettini. San Benenedetto visse intorno al 500 ( 480- 546 ), tra la preghiera e l’umiltà del lavoro, come egli stesso sintetizzo nella celebre regola dell’ “Ora et Labora”. Un Santo eletto a Patrono principale D’Europa dal Papa Paolo VI. Nella piazza San Benedetto, cuore della città si affacciano i principali monumenti: Il Palazzo Comunale con il portico duecentesco, su cui si eleva un loggiato ottocentesco; la chiesa di San Benedetto risalente al XIII – XIV secolo con un’elegante facciata gotica su cui si aprono un portale e un ricco rosone; la Cattedrale di Santa Maria Argentea edificata nel 1560, ristrutturata nel settecento con il bel portale gotico con campanile e la castellina , robusto palazzo – fortezza con torrioni quadrilateri ( 1554 – 1563 ) di architettura rinascimentale realizzata dal Vignola che ospita il museo civico dove sono custodite interessanti sculture lignee Umbre. Degno di nota è il portico delle Misure che rappresentava il mercato per legumi e cereali che richiamava mercanti e contadini da lontani centri, ancora oggi sono visibili le misure in pietra e le “rasiere “ appese alle pareti che determinavano le giuste quantità.
Le prime notizie storiche risalgono a partire dall’VIII secolo A.C. quando fu fondata dai sabini. Intorno al V secolo A.C. cominciò a svilupparsi prendendo il nome dal termine etrusco Norsia “fortuna”. Il nome Nursia comparirà in un documento del 205 A:C. quando alleata di Roma offrì dei volontari al console Scipione per la II guerra punica. Schieratasi a favore di Marcantonio, subì una sonora sconfitta da Ottaviano nel 41 A.C. Successivamente fu vittima di pesanti saccheggi e devastazioni dagli eserciti dei Goti, dei Longobardi, e dei Saraceni, si costituì libero comune nel XII sec.
Straziata da lotte fra Guelfi e Ghibellini e da guerre contro Spoleto e con i comuni vicini, passò alla chiesa nel 1354. Dal 1821 è sede vescovile sotto il pontificato di Pio VII.
A Norcia è molto sviluppato il Turismo; altre attività sono l’allevamento del bestiame, l’industria tipografica, la raccolta e la lavorazione del Tartufo nero, la salatura ed insaccatura delle carni di maiale, tanto che coloro che lavorano o vendono carni suine sono detti per antonomasia “norcini”.

CERRETO DI SPOLETO (PG)
Cerreto di Spoleto si erge alla confluenza delle valli del Vigi e del Nera situato a 557 m. sulla dorsale del colle San Sebastiano gode di una bella posizione panoramica. Il suo nome deriva dalle foreste di Cerri che gli crescono intorno.
Cerreto si sviluppò nel corso del medioevo, fu conteso tra Norcia e Spoleto per poi passare definitivamente nel XIII sec. sotto il dominio di Spoleto. In passato ha svolto un ruolo strategico per le sue fortificazioni e conobbe epoche particolarmente floride, come è confermato dai palazzi di nobili famiglie elegantemente decorati con stemmi e graffiti. Sulla cima di uno sperone sorge un’antica torre simbolo di Cerreto.
Cerreto è un centro agricolo con produzione di cereali, olive, foraggi, inoltre ci sono aziende alimentari, metalmeccaniche e del legno. Nel territorio comunale troviamo lo stabilimento Termale di Triponzo dove da secoli sgorgano dalle pendici del monte Fergino acque solfuree.

VALLO di NERA (PG)
Vallo di Nera Panorama
Vallo di Nera è un borgo a pianta circolare, sorge a 333 m. tra il monte Grande e il monte Beregni sul versante sinistro del Nera; è ben conservato ed hanno resistito bene anche i monumenti come: il Torrione, il palazzo comunale e le chiese di S. Giovanni Battista (romanica del XIII sec.) di S. Maria e di S. Caterina. Vallo di Nera ha due Frazioni Meggiano in quota e Piedipaterno posizionato nel fondovalle sulla destra Nera. In questo territorio è praticato l’allevamento suino e ovino e lo sfruttamento del bosco.
Antiche testimonianze archeologiche dimostrano che sin dall’VIII sec. A.C. dell’esistenza di insediamenti di tribù di Naharci.
Nel III sec. A.C. il territorio fu insediato dal console romano M. Curio Dentato e in seguito venne trasformato in villaggio romano. Nei primi secoli D.C. cominciò a diffondersi il Cristianesimo che favorì l’evangelizzazione del popolo e la bonifica del territorio paludoso.
Nell’alto Medioevo nel periodo Longobardo il duca germanico di Spoleto Corrado di Hurslingen portò per pochi anni ( 1178 – 1198) sotto il proprio dominio l’intera valle di Narco, dopo la sua caduta il feudo passò alla chiesa quindi sotto il dominio di Spoleto fornendo truppe e tributi in cambio di protezione. Il castello di Vallo risale al 1217 quando la signoria di Spoleto ne autorizzò la costruzione. La storia medioevale è contrassegnata da scontri violenti con i vicini comuni della valle, da rivolte, invasioni e pestilenze.
Dopo il 1532 rimase stabile alla chiesa fino al 1860 quando fu costituito Comune.



SANT’ANATOLIA di NARCO (PG)
Sant’Anatolia di Narco sorge nel bel mezzo della Valnerina sulla sponda sinistra del Nera a 328 m. sulle pendici del Monte Coscerno (1684m.). E’ un borgo di origine medioevale sorto intorno al castello di cui si conservano le mura e due torrioni fatti costruire dal ducato di Spoleto nel 1198. Particolare interesse rivestono le chiese per la ricchezza delle opere d’arte conservate. La cinquecentesca chiesa della Madonna delle Grazie ha all’interno affreschi di Pier Matteo Gigli e un dipinto del 400. La chiesa di San Michele del XV secolo a Gavelli è internamente affrescata dallo Spagna nel XVI sec.
Il comprensorio prevalentemente agricolo comprende le frazioni di Caso, Gavelli, Grotti e il centro abitato di Castel San Felice, un castello a pianta rotonda con le mura integrate in costruzioni rurali, arrocato su un colle già scelto da un insediamento eremitico poi dalla Chiesa di San Felice di Narco.

SCHEGGINO (PG)
Scheggino il centro storico, un castello di epoca medioevale a forma triangolare è cinto da mura del XII sec. sorvegliato dall’alto dai ruderi di una torre di avvistamento. Nel nucleo storico da visitare la chiesa di San Nicolò del 200, rifatta nel XVI sec.e decorata con affreschi dello Spagna
Scheggino è un centro agricolo situato a fondovalle su entranbe le rive del Nera. Le frazioni del territorio sono: Ceselli, Civitella e Monte San Vito. L’attività prevalente è rappresentata dalla raccolta e lavorazione del tartufo nero, è importante anche l’industria della trasformazione con la presenza di molini, caseifici e conservifici; si pratica anche l’allevamento di ovini, suini e della trota è anche un luogo di villeggiatura con impianti sportivi, verde e pesca della trota.
Nei pressi del paese sulla sinistra del Nera sgorgano copiose acque dalle limpide fonti di Valcasana .

FERENTILLO (TR)
Centro di origine medioevale, posto a 260 m. alla confluenza del fosso Salto del Cieco nel fiume Nera.
Sorto in epoca Longobarda VII sec. è adagiato in una pittoresca gola attraversata dal Nera e divisa in due borghi. Matterella a destra e Precetto a sinistra. Sul colle che sovrasta Matterella sorge la rocca duecentesca con un alto torrione quadrilatero con bastioni quadrati e cilindrici da dove partono le mura che lungo il pendio raggiungono la porta a valle nei pressi della chiesa di S. Giovanni Battista del XIV sec. Da visitare anche la chiesa di S. Maria , originaria del 200 e riedificata tra il 400 e il 500. Nell’interno a tre navate sono visibili affreschi di Jacopo Siculo.
Di fronte sul monte Sant’Angelo, vi è l’insediamento di Precetto sulla cui sommità spicca una imponente torre quadrangolare dalla quale scendono a triangolo, mura merlate con porte d’accesso e torri. Questi due castelli e le rispettive fortificazioni furono eretti nel 1200 circa per difendere la vicina Abazzia di San Pietro in Valle e per controllare le vie d’accesso a quella zona. A Precetto si possono visitare la chiesa della Madonna del Gonfalone del 1702 e la chiesa di Santo Stefano del XV sec., a tre navate rimaneggiata nel 700 e ornata da un rosone e un portale rinascimentale. Nell’ampia cripta trecentesca divisa da pilastri in due navate e con affreschi del XV sec., sono conservati corpi di defunti che hanno subito una naturale mummificazione. Il particolare fenomeno è dovuto alla singolare composizione del terreno unita alla costante ventilazione. Nei pressi di San Pietro in Valle, sulla sinistra del Nera vi è il castello di Umbriano, una vera fortezza costruita nel XII sec. a guardia dell’Abazzia, abbandonato è ora raggiungibile solo attraverso una mulattiera.
Più avanti si incontra Macenano, il centro storico sovrasta la valnerina interessato da restauri architettonici per mettere in risalto degli elementi di particolare interesse come la chiesa parrocchiale di S. Antonio Abate di stile rinascimentale ma risalente al XIV sec.
Altre frazioni del territorio sono: Monterivoso, S. Mamiliano e Terria. Le attività principali sono la produzione di cereali, olive e uva da vino, l’industria cartaria e il turismo. Negli ultimi anni per le particolari caratteristiche morfologiche si è creata una importante e ben attrezzata palestra di roccia (free climbing) dove si può effettuare l’arrampicata libera ai massimi livelli e in piena sicurezza che richiama ogni annonumerosi appassionati di questo sport. Da non perdere è la rievocazione storica “ le rocche raccontano” un appuntamento estivo che ripercorre un passaggio attraverso i secoli, guidati da una voce narrante, che si snoda attraverso scene in costume realizzate dagli stessi abitanti di Ferentillo in quello scenario d’eccezione dei due borghi Precetto e Mattarella , separati dal fiume Nera. Tutto ciò si svolge in notturno.

ARRONE (TR)
Pittoresca rocca medioevale adagiata in vetta ad una collina di239 m. Arrone è posizionato alla confluenza del fosso di Rosciano sulla sponda sinistra del Nera. Rispecchia fedelmente la sua struttura difensiva medioevale ed è circondata da un sistema di torri e di cinta muraria costruita a difesa della strada che collegava la zona di Rieti con il ducato di Spoleto. Il primo insediamento abitato risale agli ultimi anni del IX sec. quando un nobile romano , appartenente al casato degli Arroni, decise di spostarsi in Valnerina. Scelse un promontorio roccioso e vi costruì un castello fortificato. Il feudo crebbe notevolmente acquisendo le terre circostanti, fino al XII sec. quando a causa dell’espansione del ducato di Spoleto gli Arroni persero prestigio e territori. Dopo alterne vicende sotto lo stato pontificio passo poi comune acquisendo comunità fino da allora autonome.
Da visitare l’antico castello all’interno di una possente cinta muraria con bastioni circolari; la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, romanica del XIII sec., a tre navate, divise da arcate su pilastri e tre absidi , con portale quattrocentesco e campanile del XVII sec. All’interno sono conservati pregevoli affreschi di Vincenzo Tamagni e Giovanni da Spoleto del 1515, ed altri affreschi di scuola Umbra del 500. Interessante anche la chiesa di S. Giovanni Battista , romanica del XIII – XIV sec.; e conserva nell’abside i preziosi affreschi di varie epoche dal 1450 al 1501.
Anche Arrone è immerso nei verdi boschi della Valnerina e il fiume è protagonista, tramite l’organizzazzione del centro di canoa e di emozionanti discese lungo il corso del fiume. In località Ponte Canale, sulla strada che porta a Polino, è punto di riferimento per gli sportivi che praticano il Bunger Jumping. L’arrampicata della parete di roccia è un’altro sport praticato ad Arrone e sta ottenendo un buon successo, grazie al controllo vigile di tecnici esperti della scuola che addestrando nuovi appassionati gli permrttono di avvicinarsi a questo sport.
A poche centinaia di metri da Arrone si erge su un colle il centro fortificato di Casteldilago, il cui nome deriva dal fatto che in passato in quella zona esisteva un bacino lacustre. Le origini del castello risalgono al VI secolo e la bellezza del luogo è data soprattutto all’atmosfera medioevale che si respira percorrendo le stradine e gli angusti vicoletti.

MONTEFRANCO
Montefranco panorama
Montefranco Paese costruito in posizione panoramica su uno sperone del colle Bufone e dall’alto dei suoi 414 m. domina la valle del Nera, offrendo suggestivi scorci panoramici tra verdi colline di olivi, vallate e boschi di querce. In prevalenza la popolazione è impegnata nel settore del commercio dell’agricoltura, dell’industria e dell’artigianato.
La sua origine risale all’epoca Longobarda, come castello posto a difesa della Valnerina, seguì le vicende del Ducato di Spoleto, raggiunse la libertà comunale nel 1258,poi passo sotto la giurisdizione della chiesa.
Il paese era protetto da una poderosa cinta muraria della quale oggi rimane ben poco purtroppo. Sono appena visibili l’impianto difensivo triangolare dell’abitato e le due porte (porta Franca e porta Spoletina ). Nel corso dei secoli il borgo ha dovuto fronteggiare numerose invasioni da quelle dei Saraceni intorno al 900 alle lotte tra il papato e Federico II e il dominio di Spoleto.
Rilevante è l’antica Chiesa della Madonna del Carmine del XVI secolo , nei pressi del cimitero che custodisce affreschi del primo 600. Sopra colle Bufone è posizionata la chiesa medioevale di Santa Maria Assunta restaurata agli inizi del XX sec. Da segnalare la chiese di San Pietro che risale al XVIII sec. dove si conserva la preziosa tela con L’Immacolata, e la chiesa di San Bernardino di epoca romano – medioevale.

TERNI (TR)
Comune con una superficie territoriale di 211,90 Km² con 107,739 abitanti al 31/12/2000. Città capoluogo della omonima provincia posta a 130 m. è situata all’estrmità orientale di una conca appenninica pianeggiante solcata dal Nera ,alla confluenza del torrente Serra da cui derivò l’antico nome di Interamnia o Interamma che significa “terra tra due fiumi”. Fu la patria dell’Imperatore Marco Claudio Tacito 275 – 276 DC. Publio Cornelio Tacito Storico, Annio Floriano prefetto del pretorio e fratello di Marco Claudio Tacito,autonominatosi Imperatore ma dopo due mesi viene sconfitto a Tarso 276 e ucciso dalle sue stesse truppe.
Terni sorta in un territorio abitato sin dall’età del Bronzo e del Ferro, fu centro romano (fondato secondo una iscrizione dell’età imperiale , nel 672 A.C.)e ricco municipio. Occupata dai romani nel II sec aC. periodo in cui Curio Dentato bonificando la pianura reatina creò la cascata delle Marmore. Nel 187 A. C. fu costruita la via Flaminia che attraversava la città da Nord a Sud. Nel 32 D.C. vengono eretti L’anfiteatro, le terme e le mura meridionali. Nel III sec. D.C. si diffuse rapidamente il Cristianesimo e si costituì una comunità di fedeli con a capo il Vescovo Valentino martire e protettore della città oltre che degli innamorati di tutto il mondo. Dopo la caduta dell’Impero romano fu devastata dai Goti di Totila (546 D.c.), successivamente dai Bizantini del generale Narsete (554 D.C.) e dai Longobardi tra il Vi e VIII sec, da Federico I detto il Barbarossa imperatore di Germania nel (1174). Entrata più volte nell’orbita di Chiesa e Impero, dopo secoli di lotte tra fazioni, guerre con le città vicine e signorie esterne, dal 1420 fu dominio della Chiesa (fatta eccezione per il periodo Napoleonico) fino al 1860. Nel 1927 si è costituita la nuova provincia Ternana con i comuni di Terni, Orvieto e Amelia.
La città odierna ha un aspetto moderno anche a causa delle ricostruzioni seguite ai ben 108 bombardamenti aerei degli anni 1943 – 1944, tuttavia conserva ancora un centro storico dell’impianto urbanistico medioevale, che raccoglie notevoli monumenti; tra questi la chiesa di San Salvatore, costruita su un preesistente tempio romano (del Sole), con un corpo cilindrico del V sec. , avancorpo rettangolare del XII e affreschi del 300; la chiesa di Sant’Alò piccolo gioiello romanico; la chiesa di San Francesco gotica del 1265, con grande abside, con campanile e vari ampliamenti dal XIV – XV sec. con affreschi del 400 (Giudizio Universale di Bartolomeo di Tommaso) nella cappella Paradisi nella chiesa si conserva ancora una preziosa particola della Croce di Cristo donato da Sisto IV nel 1473. Accanto al Duomo rifatto nel 600 e che espone numerose opere d’arte,come la Circoncisione di Gesù del 1650 di Livio Agresti, una Madonna con Bambino e Santi del XIV sec. del fiammingo Marten Stella ed altre cose tra cui una preziosa Croce Astile del XIII sec,
nei pressi si trovano i ruderi Dell’Anfiteatro romano risalente al 32 D.C. a pianta ovale con le antiche mura esterne costruite ad “opus reticulatum” e poteva contenere 10.000 spettatori.
Fuori dal centro c’è la Basilica di San Valentino sorta sull’area di un cimitero Cristiano che sisale al IV sec. e trasformata in modo radicale nel 1618 e da allora conserva le spoglie di San Valentino. Tra gli edifici civili da segnalare il palazzo Mazzancolli anchesso medioevale, Palazzo Spada attuale sede del comune costruito nel 1546 da Sangallo il Giovane, palazzo Manassei, Gazzoli e Morelli e la torre Barbarasa. I musei civici comprendono una sezione archeologica, con reperti del territorio circostante, e la pinacoteca con opere del XIV – XVII sec. tra cui una tempera del 1466 di Benotto Gozzoli.
L’economia locale si trasformò notevolmente da carattere agricolo ad una struttura industriale in seguito alla fondazione della Fabrica d’Armi dell’esercito ( Faet ) nel 1875, nel 1884 alla costituzione della Società degli Altoforni fonderia e acciaieria di Terni ( Saffat ), complesso che rese la città una delle capitali dell’industria siderurgica europea. Favorita dalla inesauribile ricchezza idrica sono ancora oggi attivi stabilimenti siderurgici, metallurgici, elettrochimici, e impianti idroelettrici, notevole anchela produzione di fibre sintetiche, anche se negli ultimi anni con la crisi della grande industria anche Terni ne sta risentendo. Dopo una notevole diminuizione degli occupati si sta tentando, con non poche difficoltà a puntare su altre attività alternative, puntando sulla ricerca, su servizi qualificati, sulla comunicazione e sulle reti informative.
Stanno oggi divenendo realtà i progetti dei Materiali Speciali, la bibliomediateca, il Vedeo Centro, il centro per la storia dell’Impresa, gli studi cinematografici e la promozione Turistica del territorio: ne sono testimonianza l’affascinante parco del Nera, la cascata delle Marmore, il lago di Piediluco, la zona archeologica di Carsulae, e tutte le manifestazione legate a San Valentino.
L’area è caratterizzata da un clima mite in inverno, in estate fresco nei dintorni e a volte afoso in città.

NARNI (TR)
Narni comune di 197,86 km² con olre 20.000 abitanti, posto su uno sperone di roccia a strapiombo nella strtta e suggestiva gola che domina il Nera. Nel 299 A.C. l’antica Nequinium fu conquistata dai romani, mutandone il nome in Narnia e facendone un importante Municipium nel 90 A.C. a difesa della strada consolare Flaminia che la attraversava collegando Roma con il mar Adriatico. Per la sua posizione strategica fu più volte invasa dai barbari e successivamente dai Longobardi che ne fecero un gastaldato, passando poi alla contessa Matilde di Canossa ed infine alla chiesa nel 741. Nell’XI sec. riuscì ad affermare la propria autonomia raggiungendo il massimo splendore tra il 1200 e il 1300. Il 27 luglio del 1527 fu incendiata e distrutta con un attacco a tradimento dai Lanzichenecchi, ed ebbe così inizio un periodo particolarmente difficile aggravato da una epidemia di peste che investì tutto il territorio. La ripresa fu difficile e lenta ma furono ricostruite: le mura , le chiese, le case, piazze e torri che sono ancora oggi visibili offrendo scorci pittoreschi con le ripide e strette viuzze archi, piazze e torri che danno il sapore dei secoli passati. A 406 m, sopra un costone di roccia sovrastante la città c’è la Rocca Albornoz eretta nel 1370 da Papa Innocenzo VI , parte integrante del sistema difensivo per gestire al meglio il territorio della chiesa. Il monumento religioso più pregevole è il Duomo, dedicato a San Giovenale, un Cartaginese che fu il primo vescovo di Narni. Altri monumenti religiosi di rilievo sono: la chiesa di S. Agostino del XV sec., S. Maria in Pensole del XII sec. romanica, a tre navate costruita su un tempio romano, S. Domenico del XII sec. romanica e S. Francesco gotica del XVI sec. Attorno alla piazza principale, Piazza dei Priori anticamente chiamata Platea Maior ( il foro ) , dalla caratteristica forma rettangolare con in fondo un a fontana, ilPalazzo dei Priori del 1275 con loggia trecentesca, dove venivano procamati gli editti, Il palazzo del Podestà del 1273, oggi sede comunale, formato dall’unione di tre case a torre del 200. Rimaneggiato nel XV sec., nell’atrio del palazzo sono conservati resti romani e medioevali; l’edificio custodisce anche una piccola pinacoteca dove sono conservati preziosi dipinti, tra cui una Pala del 1486 di Domenico Ghirlandaio, L’Incoronazione della Vergine e il San Francesco Stimmatizzato dello Spagna, L’Annunciazione di Benozzo Gozzoli e una mummia Egizia del IV sec A.C. Un altro monumento di rilievo sono le rovine del Ponte di Augusto che sorgono sul fiume Nera in prossimità dell’attuale scalo ferroviario di Narni Scalo, sono di età Augustea; lungo in origine 160 m. e alto circa 30 m. costruito nel 27 A.C. e rappresenta un vero capolavoro dell’architettura romana. Due campate sono crollate nel 1855. Questo ponte fu costruito per superare il fiume Nera, ed era l’unico passaggio della via Flaminia che portava a Carsulae e quindi al Mar Adriatico. A poche centinaia di metri e posizionata sul Monte Croce, l’Abbazia di San Casciano Benedettina dell’XI sec. che si affaccia a controllo del Nera. Fortificata e protetta da mura merlate è costituita oltre che dalla chiesa e dal campanile da un complesso di fabricati un tempo ad uso dei monaci. Recenti lavori di restauro hanno restituito alla chiesa le sue linee originali ed hanno messo in risalto le tracce di una primitiva chiesa a croce greca orientata sud – nord, esattamente ortogonale a quella attuale. Da visitare anche lo Speco di San Francesco, uno dei santuari francescani più autentici, e conserva ancora oggi i ricordi della presenza del Santo e la leggenda dei suoi miracoli. Il piccolo convento fu costruito attorno a una chiesa Benedettina dedicata a San Silvestro forse su un posto di un antico altare pagano.La storia francescana racconta della miracolosa presenza del Santo nell’anno 1213 e della sua malattia, si narra che in una notte di atroci sofferenze il Santo chiese del vino ma gli fu risposto che in convento non ve ne era. Francesco si fece portare dell’acqua estratta dal pozzo tuttora esistente, con un vecchio elmo, la benedisse e la trasformò in vino. L’emo si trova oggi al museo di Narni conosciuto come “l’elmo del miracolo”. Al 400 risale il chiostro quando S. Bernardino fece costruire anche il dormitorio e il refettorio. Nel chiostro si affaccia la cappella di S. Silvestro restaurata di recente dove si possono ammirare affreschi del 300. Da questa attraverso un corridoio si entra nel locale che racchiude il pozzo. La chesa del convento è stata edificata nel 1500, salendo ancora si giunge alla cappella di S. Francesco ed alla fenditura nella roccia ( lo Speco )dove il Santo si riuniva in preghiera. Di fronte si erge un grande castagno che sarebbe germogliato miracolosamente dove il Santo appoggiò il bastone.
Sono numerosi i personaggi storico – religiosi nati a Narni tra questi ricordiamo Berardo Eroli, Cocceio Nerva, la Beata Lucia e Erasmo da Narni detto il Gattamelata.
L’economia locale si basa prevalentemente sul turismo, su alcune industrie ( tessili, elettrochimiche, cartotecniche, metallurgiche, degli imballaggi, e dei materiali da costruzione); sulla produzione dicereali, uva, olive, foraggi, e lo sfrttamento delle acque minerali della sorgente Lecinetto.
elaborato e scritto da
silvano saveri